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Perché

Comprendiamo il desiderio di quest’uomo che è stato liberato dal male da Gesù, di voler venire via, di volersi aggiungere al numero dei discepoli sulla barca, per potere stare con lui (v. 18). Quasi a manifestare il sentimento di tantissime persone che dopo aver incontrato veramente Gesù sentono il desiderio di allontanarsi da un mondo che li rifiuta e li scaccia, per ritirarsi in una vicinanza con Lui più intima e personale.
La risposta di Gesù è allora stupefacente. Non solo non permette a quell’uomo di poter stare con lui (a differenza dei Dodici in Mc 3, 14), ma lo invia con un mandato missionario: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato» (v. 19).
Il mandato dell’annuncio è consegnato a quest’uomo. Ma non sarà una missio ad gentes, sarà piuttosto l’annuncio della Buona Notizia dell’incontro con la misericordia del Signore da farsi a casa propria, dai suoi.
È alle persone che popolano la vita di quest’uomo che Gesù lo invia. E lo invia ad un’azione di racconto, di narrazione: annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto. Non si tratterà di spiegare questioni teologiche, di entrare in profonde distinzioni cristologiche o in difesa di atteggiamenti etici… si tratterà di raccontare la propria esperienza salvifica nell’incontro con Gesù.

L’uomo, rimasto allora nella terra pagana della Decapoli, obbedisce a Gesù e proclama ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati (v. 20). Attraverso il racconto di quest’uomo avviene una possibilità di meraviglia che potrà avvicinare persone “lontane” a questo Gesù che manifesta la misericordia del Signore.
Gesù parla ormai attraverso la bocca di quest’uomo che era stato indemoniato!

La lettura di questo episodio pare illuminare una possibilità che sempre più si apre al nostro mondo contemporaneo. Quanti uomini e donne, giovani e anziani sono stati toccati nella propria esperienza esistenziale dalla misericordia del Signore. E, coerentemente, tali persone trovano nella vita della Chiesa il luogo dove poter fare “eucaristia” (= ringraziamento) e continuare a ricevere i doni del Signore attraverso i sacramenti e la vita 4 della comunità cristiana.
Tuttavia potrebbe essere interessante ascoltare ancora una volta l’indicazione di Gesù all’uomo che era stato indemoniato: Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato.
Se così avvenisse, quali conseguenze potrebbero nascere da un tale ascolto?

  • Nessuno è escluso dalla possibilità del racconto ad altri dell’incontro personale con la misericordia del Signore. L’annuncio della Buona Notizia è una possibilità data veramente a qualunque uomo e donna che ha incontrato la misericordia del Signore. L’uomo simbolicamente più “lontano” è stato inviato da Gesù!
  • Gesù invia quest’uomo dai suoi. Si tratta di un annuncio nella propria casa. Quante persone abbiamo attorno a noi che vivono con noi nella Decàpoli e alle quali non potrà mai giungere la parola dell’apostolo che sta nella barca con Gesù. Eppure solo l’ascolto del racconto di colui che è con te (a casa, al posto di lavoro, nei luoghi di divertimento e di riposo) può suscitare meraviglia ed avvicinare a Gesù.
  • L’annuncio non si fonda su una preparazione teologica o morale, ma sull’esperienza della misericordia di Dio incontrata. Sarà cioè una condivisione ad altri della propria “storia di salvezza”. E questa condivisione non può che accadere “a tu per tu”, in casa, in un dialogo tra persone “alla pari”.