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Laboratorio di Formazione al Primo Annuncio
«Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro
ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te».
Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù
aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Mc 5,19-20

La proposta

Siamo abituati a pensare il processo di evangelizzazione a partire dalla struttura ecclesiale legata al ministero apostolico.
Normalmente e tradizionalmente, la vicenda degli apostoli – chiamati, formati, accompagnati, provocati, riconciliati e mandati da Gesù Cristo – è il paradigma essenziale dell’annuncio missionario. La pagina evangelica di Mc 5, 1-20 apre la prospettiva ad un orizzonte un po’ differente.

L’episodio si svolge in un territorio quasi completamente non ebraico, a nord del lago di Tiberiade (il mare di Galilea dei vangeli sinottici). La nostra lettura del testo biblico ci fa dire che siamo in un territorio “pagano”. Ora Gesù incontra un uomo che non solo è pagano, ma è posseduto dal male, dal demonio. Anzi, è un uomo che porta dentro di sé ogni tipo di demòni (cf. vv. 2-9).
L’immaginario simbolico della descrizione di questa figura lo lega inequivocabilmente con ogni sorta di peccato: è un uomo che aveva la sua dimora nei sepolcri (v. 3), un vero e proprio “morto”, senza più relazioni con se stesso, con Dio, con gli altri esseri umani. Una vita completamente persa (continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre, v. 5). L’incontro con Gesù libera quest’uomo in modo assolutamente inatteso. I demòni escono da quest’uomo ed entrano in numerosi porci (il testo precisa che erano circa duemila!) facendoli perire tutti nel mare. Il mare nella simbologia biblica è spesso simbolo del peccato, del male, della morte (si ricordi il lento ma inesorabile scomparire del mare nel libro dell’Apocalisse).

Quest’uomo così viene visto dalle persone dopo l’intervento liberatore di Gesù: …videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione (v. 15a). Se si pensa alla “purezza” delle relazioni con Dio, alla vicinanza con la storia della salvezza biblica, siamo qui di fronte alla persona più improbabile, nel posto più improbabile per immaginare che possa nascere una dinamica di evangelizzazione. Tra l’altro viene anche detto esplicitamente che le persone del luogo hanno paura e mandano via Gesù (vv. 15b-17).

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